La testata di Ikebukuro

Roberto De Pascale l’ho conosciuto a inizio  mese nel corso della presentazione di Enakapata a Capo Miseno. Per lui il Giappone è una cultura e una passione prima ancora che un lavoro e mi aveva fatto piacere quel suo accenno alle atmosfere  nelle quali si era riconosciuto, ancora di più perché su Giappone e dintorni il merito è tutto di Luca.
Ieri Roberto mi ha inviato questa mail:
Caro Vincenzo,
ti scrivo da Tokyo in un momento libero tra impegni di lavoro e il sonno profondo dovuto alla stanchezza. Ho sempre detto che in Giappone non basta una giornata di 24 ore. Proprio stamattina sono passato nella Stazione di Ikebukuro e mi son venute in mente le tue parola alla presentazione del Libro a “Cala Moresca” su dove, e sopratutto come, era nato il titolo del libro.
In effetti mi sono trovato davanti a questa trave dell’ingresso della stazione alquanto bassa, ma a misura giapponese, e mi son trovato a ridere cercando di immagginarmi la scena della tua “Kapata” nella trave. Puoi immaginare le facce dei giapponesi che mi vedevano ridere da solo. Ho tirato fuori il cellulare con fotocamera e son venute fuori queste due foto che ti invio in allegato.

Mi dispiace non essere presente alla serata di Caserta, torno il 26 da Tokyo.
Buon lavoro e a presto.

Le foto sono quelle che vedete qui e qui, ma posso confessare che mi fa letteramente impazzire questa lettura “militante e partecipata” di Enakapata? Il fatto che diventa sempre più l’occasione per nuove connessioni e rapporti di amicizia? Che mi fa sentire un pò un vero scrittore il fatto che persone che prima non conoscevi riconoscano luoghi e fatti raccontati nel libro, ne scrivano, li fotografino e così via discorrendo? Dite che l’ho confessato? Please, wait a moment!  Perché io la testata l’ho data nella parte alta della porta della metropolitana ma Roberto ha ragione due volte. La prima, perchè a Capo Miseno me lo ha chiesto, e io pensando che parlassimo della stessa cosa ho risposto si, inducendolo all’errore. La seconda perché nel libro ho scritto “all’uscita della metropolitana” invece che “all’uscita dalla metropolitana”, cosa che, grazie a Roberto, sarà mia cura correggere nella seconda edizione prossima ventura.
Posso aggiungere, se prometto che poi la smetto, che tutto questo mi ricorda il genio, il caso, la letteratura? Di più. Che mi piace talmente tanto che quasi quasi appena torno a Ikebukuro vado a dare la testata nel posto giusto? Fatto. Per il resto giudicate voi.

Potrebbero interessarti anche...