Socializzante web

Ricordate? Vi avevamo parlato un po’ di  tempo fa di web semantico. E delle straordinarie opportunità che si apriranno dinnanzi a noi, per fortuna sempre più numerosi navigatori internettiani, nel momento in cui un’interfaccia intelligente sarà in grado di interpretare i nostri specifici bisogni – desideri di ricercatori, visitatori, comunicatori via web.
Questa settimana torniamo sull’argomento. Per raccontarvi di quanto si sta facendo a questo proposito all’ISIS LAB, il laboratorio di ricerca del Dipartimento di Informatica ed Applicazioni R. M. Capocelli dell’Università di Salerno diretto dai prof. Alberto Negro e Vittorio Scarano.
A parlarcene sono, per l’appunto, il professor Vittorio Scarano e Gennaro Iaccarino, studente di dottorato di ricerca e componente del team che ha sviluppato in direzione dell’accessibilità i risultati del lavoro di ricerca portato avanti dall’ISIS.
Ma procediamo con ordine, chiedendo a Scarano di parlarci delle principali attività dell’ISIS Lab.

“È presto detto. Nella sostanza qui all’ISIS lavoriamo allo studio delle modalità con le quali si può accedere al world wide web.
Com’è noto, il web rende disponibili un’infinità di interessantissime informazioni che però hanno, ad oggi, il difetto di essere offerte a tutti nello stesso modo.
Il nostro lavoro è finalizzato a individuare risposte a due domande importanti.
La prima è quella che si riferisce alle modalità con le quali è possibile accedere alle informazioni tenendo presenti le caratteristiche di chi interroga il world wide web.
Il web è uguale per tutti ma noi non siamo tutti uguali. Le informazioni vanno dunque adattate a gusti e esigenze diverse (persino una stessa persona naviga in un modo quando lo fa per divertimento e in un altro quando lo fa per lavoro). È questo il filone di ricerca che si riferisce agli “ipermedia adattivi”, alla personalizzazione del web.
La seconda domanda è quella relativa al come fare in modo che si possa navigare in maniera sociale, al come permettere cioé la navigazione in maniera tale che se io e Iaccarino navighiamo nella stessa pagina ciascuno di noi possa conoscere quello che fa l’altro”.

Il tema socializzazione è di quelli particolarmente caldi e dunque chiediamo a Scarano di spiegaci meglio questo aspetto.
“Siamo partiti da una constatazione semplice, anche se non banale. Il web è stato progettato per essere navigato da soli. Invece quando andiamo al cinema, a visitare un museo, a comprare un libro lo facciamo, ci piace farlo, molto spesso, in compagnia. Anche quando vado da solo in libreria ciò che fa il signore sconosciuto accanto a me, il modo nel quale sfoglia il libro che ha tra le mani o lo commenta con un suo amico molte volte mi incuriosisce, non di rado al punto da indurmi a comprarlo.
Qui all’ISIS stiamo lavorando a questo aspetto, definendo un sistema che permette di lasciare in maniera automatica tracce, note, appunti del passaggio del visitatore su una determinata pagina”.

Come state cercando di farlo e con quali risultati?
“Lo stiamo facendo attraverso una componente del world wide web che si chiama proxy e che può fare da intermediario alle nostre interazioni con il web.
Assieme al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Modena abbiamo creato un proxy particolarmente efficiente con molti servizi evoluti sperimentali che ci hanno consentito risultati importanti tanto dal versante della personalizzazione che da quello della socializzazione”.

Il fatto che il collegamento a un determinato sito debba essere, per così dire, filtrato dal proxy non corre il rischio di produrre dei rallentamenti del sistema?
“In teoria sì, ma in pratica siamo praticamente riusciti a sincronizzare i tempi di attesa su quelli normalmente richiesti dal server. Tecnicamente non ci sono insomma problemi, cosa diversa è naturalmente la eventuale messa a regime del nuovo sistema, che richiede scelte e decisioni che non stanno, com’è ovvio, nella nostra disponibilità. È un po’ lo stesso discorso che vale per il web intelligente: la sua utilizzazione per target specifici è ormai alla nostra portata. Meno vicino è l’obiettivo per così dire generalista, la possibilità di rispondere a livello macro a questa esigenza.
In ogni caso mi pare utile sottolineare che mentre l’uso del proxy per la personalizzazione era un filone di ricerca già esplorato quello relativo alla socializzazione è un risultato specifico della nostra attività di ricerca. E che, come dimostra il progetto W.H.I.T.E. (un progetto europeo da poco concluso che ha come obiettivo quello di facilitare la navigazione e l’utilizzo di materiale didattico per i diversamente abili), la nostra ricerca sulle funzioni avanzate del proxy ha molte applicazioni utili”.

Bene. Chiediamo allora a Iaccarino di rancontarci di questo Progetto W.H.I.T.E. (Web for Handicap Integrated Training Environment).
“Per cominciare diciamo che il progetto è stato finanziato nell’ambito del programma europeo Leonardo da Vinci, promosso  dal  Comitato Permanente Studio, Ricerca e Programmazione Sociosanitaria – ASL Caserta 1,  coordinato dal Dott. Lucio Uliano Caputo, realizzato con la collaborazione dell’Associazione Nazionale Ciechi ed Ipovedenti di Bucarest.
Il servizio implementato sul proxy ha consentito di rendere maggiormente accessibili le immagini pubblicate sul web agli utenti daltonici (il daltonismo è un handicap visivo che colpisce più dell’8% della popolazione mondiale)”.

Come funziona?
“In parole povere il proxy filtra le immagini della pagina web richiesta dall’utente e ne modifica il contrasto, la luminosità e le caratteristiche cromatiche. In questo modo l’utente daltonico può vedere direttamente, sul proprio browser, le immagini modificate, riuscendo a distinguere meglio le diverse porzioni cromatiche e le informazioni in esse contenute.
Il servizio permette anche la possibilità di personalizzazione nel senso che ciascun utente può definire il proprio grado di modifica delle immagini, in base al proprio tipo di daltonismo e al proprio grado di percezione cromatica”.

Quali riscontri avete avuto ad oggi?
“Innanzitutto naturalmente la soddisfazione di aver implementato un servizio che favorisce l’accessibilità all’utilizzo e alla formazione via web di persone diversamente abili. E poi la consapevolezza che stiamo percorrendo la strada giusta. Non a caso come ISIS siamo stati invitati a presentare un poster illustrativo della nostra ricerca, mettendo in evidenza le strategie seguite,i risultati ottenuti, ed i test realizzati, alla 15th World Wide Web Conference che si terrà dal 23 al 26 May 2006 a Edinburgo, in Scozia”.

Buona navigazione a tutti.

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