Piccole Storie Crescono | s1-2

INCIPIT
Visita al Ueno koen, uno dei parchi più antichi di Tokyo, inaugurato nel 1873, pochi anni dopo che la restaurazione dell’Imperatore Meiji mettesse fine al dominio politico e militare dello shogunato Tokugawa, dinastia di signori feudali che dal 1603 al 1868 governarono il Giappone.

STORIA 2
2. Vincenzo Moretti
I ragazzi rimasero molto sorpresi di quel frammento di diario ritrovato dalla Navicella Archeo 1. Si riferiva all’anno 030 dell’Era galattica, in pratica circa 1500 anni prima, e raccontava di un paese, il Giappone, di cui non conoscevano l’esistenza. Scusate, non ve l’ho detto, ma su Panaetaka funziona così: ogni nuova conoscenza, sapere, scoperta viene portata prima di tutto nelle scuole. Sì, sono androidi strani.

3. La Musa
Panaetaka, la porta dell’Universo. Qui i ragazzi – per metà progettati geneticamente, per l’altra metà strutturalmente “naturali” – attendono il Sapere. Il loro professore di filosofia – perchè della filosofia non si può proprio farne a meno – è un crononauta appassionato del Giappone; a loro svelerà la realtà autentica del cosmo e che soprattutto, non esiste il vero o il falso, ma solo la complessità delle cose.

4. Viviana Graniero
“Giappone” gridò il maestro e il fascio di luce proiettò tra i bambini volti strani, con occhi bellissimi, un po’ a punta… i nostri bimbi allungavano le mani e respiravano forte per sentire gli odori di quella terra che non avevano mai visto, ma che pure un tempo era esistita… e sì, qui la proiezione ha anche la capacità di farti sentire gli odori.

5. Adriano Parracciani
E non solo. Si tratta di una speciale tecnologia chiamata OTOGU, Ologramma Tattile-Olfattivo-Gustativo-Uditivo, che permette il trasporto di tutte le informazioni sensoriali, ovunque e contemporaneamente. Grazie a OTOGU, su Panaetaka è possibile riprodurre un evente presente o passato nella sua interezza. La memoria, così, non è più solo racconto ma un complesso viaggio sensoriale.

6. Lucia Rosas
come una pioggia bianco-rossa, come una bandiera fatta dai tasselli di un mosaico: il nanami party era cominciato. gli ologrammi avevano labbra rosso vermiglio mentre i 1000 ciliegi ondeggiavano.

7. Maria Paraggio
Nell’aula si diffondeva come per incanto il profumo dei fiori di ciliegio che cadono in primavera, quello di incenso dei boschi nei pressi dei templi, quello del the verde. Sembrava di attraversare grandi parchi con aiuole fiorite di camelie. Persino quelle che dovevano essere le compagne degli umani emanavano un profumo inebriante.

8. Daniele Riva

Il professor PC-4070 HR, in realtà un sofisticato computer umanoide dallo sguardo a cristalli liquidi, emise un bip prolungato. I ragazzi sapevano che cosa aspettarsi. Ora il dotto automa avrebbe interrogato. Tutti a nascondersi sotto il banco? No, a Panaetaka è impossibile. A parte il fatto che il prof ha la vista a raggi X, ognuno si prende le sue responsabilità. In questo sono un po’ nipponici.

9. Lucia Rosas

Il silenzio in aula si palpava. Poi una flebile voce ruppe il momento: N35 42.711 E139.46.447 (WGS 84). Il bip che seguì fremeva eccitato: risposta esatta.

10. Viviana Graniero
alla risposta seguì la dimostrazione pratica: l’alunno kalawa13 si alzò e soffiò su un piccolo coriandolo, che si aprì in migliaia di lucine colorate e in aria ci fu un gran trambusto: fuochi d’artificio li chiamavano i giapponesi. La lezione sugli usi e costumi di questa antica civiltà era piaciuta davvero molto ai nostri bambini.

11. La Musa
Eh, le responsabilità! All’apparenza i più diligenti e rispettosi sembrano essere gli androidi, a loro basta fare Biiip o sbriciolar coriandoli e tutto torna; in realtà i più affidabili e assennati sono proprio i “naturali”. Hanno metabolizzato il meccanismo, il Crononauta – fusione perfetta fra occidente e oriente – ha indicato loro il metodo, ed essi hanno recepito che l’uno e il plurimo sono soltanto due aspetti della stessa realtà. Goooong! la campanella della ricreazione suona così a Panaetaka e con le sfoglie di gambero si passa al confronto fra i due gruppi.

12. Lucia Rosas
Kalawa 13 continua a ripetere la sequenza. non vuole stare seduto, alza la mano come vedesse qualcosa davanti. Prof pc-470HR soffia il bip e kalawa 13 si siede, aspetterà la notte siderale per toccare Cassiopea. Triste ascolta gli echi.

13. La Musa
Cassiopea, hmmm… costellazione del cielo boreale. Kalawa13 da quando è finita la ricreazione non sta nella pelle, pensa a quello che gli ha proposto Atasuke, il ragazzo “naturale”: appena il prof. lascerà l’aula e gli altri saranno andati in laboratorio, loro si collegheranno di nascosto al polo nord celeste e guarderanno lo spettacolo della Nebulosa a Cuore della costellazione di Cassiopea.

14. Lucia Rosas
Atasuke le ha insegnato una parola antica SHEDIR altro nome di Cassiopea condannata su una sedia a pettinarsi i capelli per l’eternità, kalawa13 si chiede come possano i “naturali” pensare così, quale alchimia li guidi. Androide è meglio. Ne è sicura, anche se un bip …

15. Viviana Graniero
… le ricorda che ha bisgono di nuova energia, di “ricaricarsi”. E’ ora di andare alla fontana blu: lì gli androidi immergono le mani e attingono nuova energia, una linfa vitale che rigenera i circuiti e anche le parti naturali. Chissà cos’è che dà la carica ai bambini completamente naturali, si chiede kalawa 13…

16. La Musa
Il Crononauta li ha indirizzati bene: i ragazzi naturali come Atasuke, Anzai, Fujio, Gennosuke e tutti gli altri traggono energia necessaria dalla fantasia; più è fantasioso il loro modo di essere tanto più vigore e persino determinazione riusciranno a dimostrare. Questo Kalawa 13 nn può recepirlo, gli androidi sono sì simili agli umani, ma nn in tutto, le emozioni sono ancora sconosciute per loro e Kalawa 13 è fiero di avere come grande amico Atasuke, sa che presto gli insegnerà il grande mistero dell’immaginazione.

17. Viviana Graniero
Il mattino seguente, mentre Kalawa13 e Atasuke, andavano a scuola sentirono per la prima volta il Grande Padre (l’unico androide perfetto: con cuore e mente umani) dare l’allarme. Sapevano cosa significava, anche se non era mai accaduto prima, e corsero con gli altri nella grande piazza, spaventatissimi… allora era vero? il giorno tanto atteso era arrivato????

18. La Musa
Il grande gong sospeso, oscillava ancora il suo piatto enorme di rame sfavillante. Troneggiava nella piazza di faccia alla scuola, proveniva da Pechino e anche il battitore era cinese. Il suono ripetuto del grande gong era il segnale di raccolta, diceva ai ragazzi che qualcosa di solenne stava per accadere. Erano arrivati da molto lontano i Global Oscillations Network Group, ricercatori e studiosi della struttura e le dinamiche del Sole; i ragazzi erano elettrizzati, a breve avrebbero saputo tutto di tramonti e albe, di eclissi e solstizi, che meraviglia!

19. Lucia Rosas
Kalawa 13 sente di nuovo quel bip. che i naturali una volta avvicinati trasmettessero qualche strano virus? Quel bip martellava e … se i GONG avessero proposto a qualcuno di loro di seguirli? Poter vedere quei racconti da un oblò? E non in un’aula?

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