会席料理 Kaiseki Ryori

[…] Tonomura ha predisposto che la cena si svolga nel ryokan, locanda tradizionale in stile rigorosamente classico, naturalmente nel senso giapponese del termine: pavimenti in tatami, stanze prive di mobili, porte scorrevoli in legno e carta, giardini interni per la cerimonia del tè.  […]
La cena è in stile kaiseki ryori, l’alta cucina tradizionale giapponese. Kaiseki letteralmente significa “pietra in grembo” ed è riferita all’antica usanza dei monaci Zen di mettere una pietra calda nei loro kimono in modo tale che durante le lunghe meditazioni potessero sopportare meglio il digiuno, in seguito questo termine serviva ad indicare il pasto che accompagnava la cerimonia del tè. […]
Quello che caratterizza il kaiseki è l’abbinamento di cibi, rigorosamente di stagione, di colori ed estetica delle portate in un’alternanza caldo – freddo. L’insieme di questi elementi crea l’esaltazione delle pietanze attraverso più sensi: vista, olfatto, tatto, gusto.
Per prima cosa ci portano dei tovaglioli caldi con cui lavarci le mani, poi servono dei sukizuke, piccoli antipasti fatti con farina di fagioli accompagnati da fettine di radice di zenzero. Dopo i sukizuke è la volta di hassun e mokozuke rispettivamente piatti di sushi e sashimi accompagnati da verdure crude. Takiawase, verdure accompagnate da zuppa di tofu. Yakimono, ovvero pesce fritto in una speciale pastella. Tomewan, zuppa di miso, condimento ottenuto dai semi della soia gialla, e riso.
Il piatto che più mi colpisce è però il gohan, riso condito con pesce e verdure di stagione crude su cui viene versato il cha (tè giapponese) bollente, in questo modo il pesce viene cotto al momento e il risultato è una zuppa dal gusto unico.
Per finire il dolce, mizumono, fatto di frutta e panna. È una serata indimenticabile anche per la simpatia di Tonomura e della sua assistente Kimi. Ci capiamo perfettamente in inglese, finalmente qualcuno che lo parla.

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