What’s future?

Proprio nell’era digitale appare più difficile definire il luogo dove le forze in campo si confrontano, dove avviene lo scontro politico, così come è più difficile identificare chi siano i dominanti e chi i dominati, dove siano, in altre parole, i veri centri di gestione del potere.

E’ in atto un processo di progressivo slittamento dalla democrazia dei cittadini verso la democrazia dei consumatori che sta producendo dei cambiamenti irreversibili nei nostri modi di vivere, pensare, partecipare. Cresce il senso di fatalità, l’accettazione incondizionata del reale così come ci viene offerto dallo spazio simbolico e virtuale.

Da un lato, viviamo le nostre vite da operaio, impiegato, professionista, studente, dirigente, professore, imprenditore, in città incerte, senza volto e senza identità, esaltati e perseguitati dalla possibilità di essere “raggiungibili” senza soluzione di continuità, in cielo, in terra e in ogni luogo.

Da un’altro si sviluppano nuove opportunità, di carattere non solo ludico, in molti casi come conseguenza, non predeterminabile ex ante, di un libero confronto di idee. Diviene possibile definire nuove identità e cerchie di condivisione. Possiamo trasformarci da meri consumatori a produttori di contenuti.

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