Cornuti e mazziati

enakapata3 Ci credete che questi viaggi in giro su e giù per l’Italia per raccontare Enakapata mi piacciano un sacco? Immagino di si. Farete molta più fatica a credere che sono anche molto faticosi. Impegnativi (anche, per il mio livello di reddito, dal punto di vista economico). E’ una delle grandi tragedie della mia vita. Ma di che ti lamenti, in fondo fai le cose che ti piacciono. Assolutamente vero. Ma per farle faccio tanta fatica. Sì, vabbé, ma in fondo ti diverti. Assolutamente vero. Ma ciò non toglie che … Basta ci rinuncio. Tanto, come diceva mio padre, alla fine si finisce sempre  cosi. Cornuti e mazziati.
A proposito di divertimento, quest’ultimo viaggio a Sarzana è stato non solo estremamente interessante, bello, gratificante, ma anche l’occasione per sperimentare un nuovo futuro per i Moretti&Moretti.
Di cosa si tratta? Non ve lo dico, of course.  Al massimo posso darvi un assaggio di com’è dura la vita di un padre che, per genio e per caso, si è ritrovato a scrivere un libro insieme al figlio.

2 Ottobre, in treno da Roma verso Firenze:
V.: … Bisogna che aumenti la presenza di Enaapata nelle libreria. Mi dovrò inventare qualcosa.  Non c’è niente da fare, bisogna stare sempre sul punto. Non so come fai tu a vivere senza pensare a nulla.
L.: Niente di meno! Non vedi tu come stai combinato e al contrario io come sto bene? Immagino che adesso col lavoro cambierà molto ma per i miei primi 26 anni ho cercato davvero di avere un approccio taoista nei confronti della vita.
V. Adesso mi butto giù dal treno. Anzi butto giù te.
L. Siamo sui treni ad Alta Velocità. Non è tecnicamente possibile. Senza contare che hai giurato che per rispetto ai pendolari se ti suicidi non lo farai mai buttandoti sotto a un treno.

2 Ottobre, in treno da Firenze verso Sarzana
V.: L’altro giorno a Roma in Cgil ho rivisto A. R., è stato affettuoso, effervescente, pirotecnico come al solito.
L.: Sarà che quello di sindacalista è un lavoro usurante, ma dei tanti sindacalisti che ho conosciuto nella mia vita non ce n’è ancora uno normale. Sì, sarà che il lavoro è usurante.

3 Ottobre, in albergo a Sarzana
V.: Mannaggia, ho perso l’orologio!
L.: Pà, come hai fatto a perderlo, ieri sera tardi ce l’avevi, guarda bene.
V.: Ho guardato dappertutto.
L.: Guarda meglio.
V.: No, l’ho perso. No, l’ho trovato. Nella tasca laterale della giacca. E’ che io la giacca non la porto quasi mai.

3 Ottobre, in treno da Sarzana a Firenze
V.: Mannaggia, ho perso il telefono!
L.: Pà, come hai fatto a perderlo, in stazione ce l’avevi, guarda bene.
V.: Ho guardato dappertutto.
L.: Guarda meglio.
V.: No, l’ho perso. No, l’ho trovato. Nella tasca laterale della giacca. E’ che io la giacca non la porto quasi mai.
L.: Pà, ma quale giacca, telefono e portafoglio! Tu é perz a capa. Ma da un sacco di tempo.

That’s all, folks! Se decidete di scrivere un libro, e decidete di farlo con vostro figlio, preparatevi.  Tanto alla fine si finisce sempre così. Cornuti e mazziati.

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