Uno, doje, tre, quattro e Santina Verta

“Il viaggio  è un ritorno a sé stessi, dopo l’incontro con l’altro, ma non un  cerchio, forse una spirale da cui partire per altri incontri” ( R. Regni)

Leggo  e mi ricarico di quell’intensità  del viaggiare dentro le percezioni che intessono il racconto corale di Carmela, Daniele, Vincenzo e Viviana  e lo vivificano di una linfa che scorre da loro a noi  e viceversa.
Questo intrecciarsi di pensieri, idee, proposte, sensazioni si snoda  come un mosaico caleidoscopico, a volte ombreggiato da perplessità pensose e divergenti, oppure illuminato dal piacere dello scoprirsi, dalla correttezza del gioco, dal non soverchiare l’altro, lasciandolo respirare le sue brume e le sue spire ariose.
Questo credere possibile il gioco del conoscersi senza frapposizioni preconcette è alla base  di una concezione dei rapporti umani  improntati alla sincerità, al rispetto, alla conoscenza non di maniera.
Sento una forza captante in questo intreccio relazionale capace di far incrociare sguardi differenti intorno alla realtà, mai edulcorata.
I quattro
riescono ad intersecare i loro pensieri  anche quando sono solidificati da abitudini e stili formativi differenti, c’è una capacità di rendere vivo il limite e di andare oltre.
Anche le inevitabili percezioni  divergenti legate all’età, alla differenza di genere, alla frequentazione di panorami diversi, al modo di credere possibile il cambiamento, all’avvitamento sulle proprie certezze  o incertezze, al modo di appassionarsi alle vicende altrui, all’intuito, alla fantasia, alla passione  trovano un comune denominatore intitolato: rispetto per ogni forma di vita –  reciprocità a riconoscere le diversità – speranza nel futuro.
Credo che non si stancheremo mai di viaggiare con questi scopritore di senso, poiché, in fondo, desideriamo tutti  poter tornare alla nostra incrollabile fede verso l’essere umano.
Ma perché poi si viaggia tanto per tornare sempre a sé ?
Il viaggio è anche un gioco, un gioco serio, in cui prende consistenza la nostra libertà interiore e la nostra voglia di andare verso l’altro per scoprire le meravigliose simmetricità.
Ogni viaggio è luogo di scoperta e, a volte, di dolorose prove, è così somigliante ai riverberi di vita… è solo un cammino fatto di relazioni e di incontri.
Ma mentre le relazioni sono numerose e non lasciano il segno, gli incontri “veri” sono pochi e, quando arrivano, catturano, entrano dentro, fin nel profondo e  lasciano sempre una traccia.
Felice di avervi incontrato in Enakapata, “in questo viaggio che ci  somiglia tanto”, mi sento a casa!

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