E io ringrazio il gatto

Opera di Matteo Arfanotti

Opera di Matteo Arfanotti

Antonio, Gaetano e Nunzia se lo ricorderanno certamente, credo anche nostra madre, ogni qualvolta si discuteva di chi comandava a casa nostra, andava a finire sempre con papà che ci ricordava che quando ci stava lui comandava lui, su tutto e su tutti, e sul punto non era prevista discussione, in sua assenza comandava mamma, poi il comando passava a me, il più grande dei figli, poi ad Antonio, poi a Gaetano e poi a Nunzia, che diventata ben presto tignosa, domandava immancabilmente “scusa pà, ma io su chi comando?” al che papà, che non poteva venir meno alla catena dinastica del comando e non voleva far dispiacere a Nunziatina sua, rispondeva immancabilmente “tu comandi al gatto”, Janis, che l’avevo portato io da Salerno e con il mio amico Umberto avevavamo pensato di chiamarlo così in omaggio a Janis Joplin pensando che fosse femmina e invece era maschio, ma lasciamo stare che quello non è stato l’unico incidente in cui è incappato il povero micio.

Ieri sera, quando ho visto tutti questi splendidi ringraziamenti post presentazione napoletana, mi sono chiesto “e mò?, sono arrivato ultimo, e adesso io a chi ringrazio, a tutti quelli che hanno ringraziato a me?” ed ecco che mi è tornata in mente la storia del gatto, per fortuna non ho bisogno di ricordare, ormai per me non è più possibile, le lampadinelle quando vogliono si accendono da sole, e allora mi sono detto “ma sì, io ringrazio il gatto”.

Il gatto dalle mille facce e dai mille pensieri, una specie di gatto con gli stivali però con tanti nomi, tanti caratteri, soprattutto tanta voglia di contribuire a un’avventura che avrà tanto più senso quanto più la vivremo assieme, un’avventura che sono convinto riserverà a ciascuno di noi delle belle sorprese. Una mi è capitata stamattina, ma questo ve lo racconto un’altra volta. Per adesso volevo solamente ringraziare il gatto,  e adesso che l’ho fatto posso tornare a lavorare che almeno fino alla fine della settimana prossima sto messo in croce. Comunque è una croce che mi sono scelto, dunque niente lamenti. Com’è la canzone dei sette nani? Andiam, andiam, andiamo a lavorar? Appunto.

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