Piccole Storie Crescono | S2-9

enakapata3INCIPIT
Prima notte, una stanza di dodici metri quadrati, freddo, jet lag.

2. Maria Paraggio
Domani, si ma bisogna arrivare a domani. Questa notte sarà interminabile. Il letto è così stretto e corto che , se mi rannicchio, rischio di cadere, se stendo le gambe, i piedi escono fuori dalla sponda. Ma chi me l’ha fatto fare. Poi mi metto buono e buono e dico a me stesso ” Chi va per questo mare, questi pesci prende” e rassegnato, lascio che il sonno abbia la meglio sul mio disagio.

3. Daniele Riva
Il sogno che mi avviluppa forse è un incubo. Mi trovo a guardare da un oblò di lavatrice e tutto beccheggia, neanche l’elettrodomestico fosse stato gettato in mare. Lo spazio esiguo si trasforma in una cabina telefonica di quelle che c’erano una volta, quelle gialle per intenderci, e non ho neppure un gettone per chiamare… Suona il telefono, rispondo ma non c’è nessuno all’altro capo del filo. Lo squillo continua… È il mio cellulare. Lo cerco a tentoni picchiando in un paio di spigoli, finalmente lo trovo e rispondo…

4. Paola Bonomi
“Papà, guarda che la puntualità in Giappone è un onere e un onore… Iniziamo male. Dai, veloce…”. E’ Luca che mi chiama, svegliandomi dall’incubo, liberandomi dalla lavatrice.

5. Maria Maddalena Fea
“Hai 20 minuti di tempo, ti aspetto nella hall per colazione”
Accidenti, questo figlio iper-attivo finirà per distruggermi, penso caracollando verso la doccia. In qualche modo riesco ad essere in orario, e quando arrivo nella hall, pensando intensamente a quanto avrei bisogno adesso di un buon caffè, vedo che Luca sta confabulando con la receptionist di turno…eccolo là, la vena latina viene a galla anche dall’altra parte del mondo, chissà cosa le sta raccontando, penso mentre sorridendo sornione mi avvicino ai due. Quando mi avverte al suo fianco, Luca si volta e con uno sguardo perplesso mi dice “La signorina mi ha appena comunicato che è arrivato un pacco per noi”.

6. Daniele Riva

Impacchettato in carta di riso e sigillato con una ceralacca bruna dove è impresso come marchio un drago, dispiace quasi di rovinare la confezione. Ma Luca lo apre con una certa velocità, lacerando l’involto. Ne esce una tavoletta di legno rossastro, dove sono dipinti con maestria alcuni ideogrammi neri. È bellissima, ma non sappiamo né cosa sia né cosa ci sia scritto. La receptionist ci viene in soccorso. Legge:  “Yo no naka wa jikoku no ue no hanami kana” e per fortuna traduce anche: “In questo mondo contempliamo i fiori; sotto, l’inferno”. “È un haiku di Kobayashi Issa”, aggiunge.

7. Lucia Rosas
La “serendipity” ci ha portato fin qua. San Tommaso guida i miei passi. E le mie notti non sono mai state lunghe. Sognerò il cibo di casa, come ho sognato stanotte un sakura. Ma ancora non so cosa sia.

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