Persone, processi e contesti

Sono le persone, o per meglio dire i processi che esse attivano con le loro idee, il loro talento, il loro lavoro, con la loro capacità di stabilire relazioni e creare network di qualità o è piuttosto la forza e la consistenza delle strutture nelle quali esse vivono, lavorano, studiano, si divertono a determinare il carattere, i successi e i fallimenti delle organizzazioni?
La risposta di Franco Nori, scienziato con oltre 500 pubblicazioni e oltre 5000 citazioni su riviste come Science, Nature, Physical Review Letters, Nature Materials, Nature Physics, che tra tante altre cose dirige il Digital Materials Laboratory (http://dml.riken.jp) al Riken, istituto di ricerca giapponese di fama mondiale, è decisa, per certi versi persino provocatoria.
Per quanto possa essere un genio straordinario, avere una mente eccezionale, per un ricercatore che vive in Zimbawe, Botswana, Namibia sarà difficile ai confini con l’impossibile che riesca a fare scoperte scientifiche che lasciano il segno.
Al contrario anche una persona mediamente intelligente, naturalmente preparata, che lavora in un laboratorio eccezionale, con molti dati, molti esperimenti, ha parecchie possibilità di vedere il dato anomalo, di fare la scoperta importante. Un laboratorio con queste caratteristiche genera un tsunami di dati e i processi di serendipity, le scoperte per genio e per caso, sono decisamente più probabili dove accadono molte cose, ci sono molti dati, si discutono molte idee, si inseguono molte teorie, si esplorano molte possibilità.
Non è un fatto di modestia o di umiltà, insiste. È che l’ambiente, le relazioni con i colleghi, la qualità della struttura, hanno un’incidenza enorme sulla possibilità di conseguire risultati in ambito scientifico.
Naturalmente, concede infine, il segreto sta nella combinazione dei due fattori: genio e impegno delle persone, ambiente – organizzazione fertile che permette al genio e all’impegno di germogliare, di esplorare possibilità, di scoprire vincoli, analogie e legami inediti fra fenomeni precedentemente non collegati fra loro.
E voi, cosa ne pensate?

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