Eravamo quattro amici al blog

di Rosaria Della Ventura

Se nella canzone di Gino Paoli si voleva cambiare il mondo seduti al bar tra un caffè e una coca-cola, parlando di anarchia, libertà e quant’altro, Viviana, Vincenzo, Daniele e Carmela non hanno assolutamente questa pretesa, seduti al blog di ENAKAPATA. Se non quella speranza di scalfire un modo di vedere le cose  fatto di luoghi comuni, di facili e gratuiti cinismi.

Metti poi che qualcuno tra di loro non ha mai incontrato personalmente gli altri tre e che tre di loro sono di Napoli e provincia, mentre un altro di Lecco. Loro non sono “Quattro”, sono “Uno, doje, tre e quattro”, e si incontrano sul blog per raccontare e raccontarsi, leggere e leggersi, ascoltare e ascoltarsi, ognuno con il suo bagaglio di esperienze, considerazioni, idee, emozioni, tenuto stretto tra le dita che scorrono sulla tastiera del computer.

“Un intreccio che risplenderà delle differenze (età, politica, studi, concezione religiosa, collocazione geografica ecc..)” così scrive Daniele Riva accogliendo la proposta di Vincenzo Moretti, all’inizio dell’avventura, e così chiude nel resoconto alla fine dell’ epistolario virtuale, divenuto un i-book, un interactive book.

Mentre leggi cosa dice Vincenzo, ti chiedi cosa risponderà Daniele, immagini cosa scriverà Viviana, ti sorprende cosa dice Carmela. Dice. È un libro che dice, che scava in ricordi personali fatti di cenoni natalizi e “lotte coi capitoni”, che racconta delle proprie radici, della passione per il calcio, del problema perché solo a Napoli l’immondizia è un problema che fa voltare e rivoltare i cittadini, della bellezza del viaggio, della fuga dei cervelli, della precarietà del lavoro, dell’incapacità dell’Italia di trasformare i giovani in risorsa sociale. Questo e tanto altro, in un prosa diretta, senza intoppi retorici. Questo e tanto altro disposto in un crescendo di confidenzialità e compartecipazione che si avvertono nel susseguirsi degli interventi. Dal racconto alla confessione, con lo stesso calore, con la stessa schiettezza di parole appena sfornate da discussioni dinanzi un camino, su un comodo divano.

Il filo che collega la fitta varietà di tematiche del libro è evidente: il piacere di scrivere, di confrontarsi, di scambiarsi impressioni, di chiacchierare, del sano inciucio. Il tutto su pagine di un blog. E il proposito credo (oserei anche sfida) sia proprio quello di evidenziare e ricordare le enormi possibilità e la potenzialità della rete, dei blog, come luoghi sinergici di idee, dove a condividere non ci sono solo foto, dove si può essere @mici e diventare amici, dove ci si può “toccare” oltre che taggare. Possibilità resa tangibile proprio attraverso la pubblicazione del libro.

Si, è vero. Nulla potrebbe sostituirsi a una bella chiacchierata, come dire, “in carne e ossa”, e che a volte si ha l’impressione (magari per menti più tradizionaliste) che il linguaggio e la terminologia virtuale abbiano attinto un po’ troppo dal linguaggio “umano, familiare”, passando da “Aggiungi ai contatti” di MSN a “Aggiungi agli amici” di Facebook. Punto primo, ogni tanto ci vuole qualcuno che ci ricorda che web non è solo Facebook, ma un mondo che, se usato bene diviene una risorsa. Si sa, in tutte le cose ci sono pro e contro, basta non fossilizzarsi sui contro e tentare di essere artefici di nuovi pro! Punto secondo: ben venga che un blog possa sentirsi piazza, se piazza vengono chiamati luoghi asettici in centri commerciali, con tavolini in plastica e finte fontane frequentate da famiglie con generazioni al completo, quando fuori c’è il sole.

Insomma, una festa a sorpresa alla scrittura, attraverso una riflessione meta-virtuale.

I quattro amici sono rimasti assieme al blog fino alla fine, “sono passati dal bere coca-cola al bere vino e poi whisky”, dal parlare di calcio a parlare della gioia di scrivere.  Ed ora sono ancora di più … uno, doje, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci….

 

 

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