Uno, doje, tre e quattro e Maria Paraggio

Caro professore ho letto il libro e ne sono rimasta entusiasta. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata quello di paragonare il vostro libro ai sonetti di corrispondenza che i poeti del Dolce Stil Novo si scambiavano, esprimendo la loro concordia spirituale. Mi è sembrato di vedere tutti e quattro voi autori sulla navicella descritta da Dante nel suo celebre sonetto:

“Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento,
e messi in un vasel ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio,
sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ‘l disio. …”

Una concordia di intenti nel talento che genera il desiderio di incontrarsi, con la possibilità di scambiare idee, conoscenze, sensazioni, emozioni. Ognuno con il suo carico di esperienze, ricordi, passioni ma nella consapevolezza di far parte di una comunità nuova, non legata più ad un territorio ma al mondo intero, grazie ad internet. E’ come se ci fosse un cerchio magico che vi lega insieme provocando una suggestione unica e, credo, generando in chi ancora non si è accostato alle grandi potenzialità di internet, di cominciare il proprio viaggio nella rete e di trovare amici virtuali ma leali e reali come voi vi proponete.
Grazie a voi tutti per questa bell’immagine di un mondo dai più visto come dannoso.

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