Me dispiace assaje

Carissimo Antonio mi dispiace un sacco.
Si, lo so, “sono cose che capitano”, me l’hai affettuosamente ricordato anche tu qualche minuto fa per telefono, capita che a uno gli prenda l’influenza e con l’influenza la febbre, e che un appuntamento preso da tanto tempo non possa essere onorato, però credimi il fatto che capita non ti è di grande conforto quando la persona a cui capita sei tu.

La verità è che mi dispiace assaje, Antò.
Mi dispiace per tutto il tempo, l’impegno, l’affetto che ci hai messo per costruire la presentazione del mio romanzo e il lancio de La Notte del Lavoro Narrato nella bella Narni, coinvolgendo prima le amiche e gli amici di Librarsi, il “nostro” (sì, anche se ne faccio parte solo nel mondo di Facebook lo sento anche un po’ mio) semicircolo ambulante di lettori, e poi Francesco de Rebotti, il sindaco della città.
Mi dispiace per le belle persone a cui avrei avuto il piacere di stringere la mano, di guardare negli occhi, di dire “ah sei tu che mi approvi i post quando scrivo qualcosa sulla pagina”, “ah, è con te che abbiamo condiviso quel libro o quell’evento”, “ah, ma allora possiamo sperare di avere il Comune di Narni tra i protagonisti della notte del 30 aprile 2014”.
Mi dispiace per le belle storie che avevo da raccontarvi, storie di persone vere, di donne e uomini normali che lavorano mettendo testa, mani e cuore in quello che fanno, donne e uomini che non hanno rinunciato a sperare in un futuro diverso per questa bella Italia.
Mi dispiace per le belle storie che mi avreste raccontato voi, perché tu lo sai bene, Antonio, che tu tieni la mia stessa malatia (con una t, come si dice a Napoli) chi scrive è un predatore di anime, di daimon, di belle storie, di ricordi.

Si, lo so, “non mancherà occasione”, e chi lo mette in dubbio, anzi, fai ancora una cosa per me amico mio, preannuncia al Sindaco e agli amici di Librarsi che io da fine gennaio sono disponibile a venire a Narni per discutere di tutto quanto riguarda l’organizzazione de La Notte del Lavoro Narrato. Detto questo posso aggiungere che il fatto che “non mancherà occasione” non diminuisce di una virgola il mio disappunto?

Mi fermo qui. Si, perché adesso ti tengo davanti agli occhi che mi guardi con il tuo sorrisetto modello “Vicié, non ricominciare daccapo”. No, tranquillo, non ricomincio, mi fermo veramente. Anzi no. Perché prima devo dire a te, alle amiche e agli amici di Librarsi, al Sindaco e a tutte le persone che domani avrebbero partecipato al nostro incontro un grande grazie. Come a volte piace fare a me. A prescindere.

Un abbraccio fortissimo Antonio.
Ti voglio bene.
vincenzo

antonio

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