La Napolitudine di Antonio Volpe

Sorrento, 6 Agosto 2011

Cari amici,
ho raccolto ieri nei commenti del dopo-serata molti giudizi positivi. Napolitudine era nata, come tante altre nostre iniziative – che definisco in senso buono “provocazioni culturali” – come una scommessa: portare libri ed autori in piazza, in mezzo ai vicoli di Sorrento, fuori dalle aule, dalle biblioteche, era davvero un azzardo.
Voi, Vincenzo, Cinzia e i tanti altri Autori della rassegna, avete accettato la sfida, vi siete messi in gioco con noi, vi siete lanciati con noi nel vuoto “senza rete” ed il pubblico ha gradito: ha applaudito la vostra sincerità, ha simpatizzato per la vostra humanitas che avete trasmesso tramite le parole ed il sorriso.
Le storie che ci avete raccontato erano “straordinarie” perchè erano storie di persone comuni; oggi la TV ci mostra del sud Italia e di Napoli in particolare solo storie di persone” eccezionali”, in senso positivo o in quello negativo (l’eroe sportivo o il boss della camporra) dimenticando il 99% fatto di persone “normali”. Come recita il sottotitolo di “Bella Napoli”, ci avete fatto conoscere le “storie di lavoro, di passione e di rispetto” di chi ogni mattina non si veste da supereroe ma da artigiano, insegnante, operaio, scienziato, barista, perito chimico e così via. Di chi con la propria normalità mantiene accesa la speranza e rende meno evanescente la possibilità di cambiare. Persino quando non lo sa”.
Ecco, ieri sera il pubblico ha apprezzato questo messaggio e si è creato quel feeling che costituisce il segreto del successo di una iniziativa come questa. Aii tanti amici che seguono la nostra rassegna letteraria consiglio la lettura di questi due libri (Rione Sanità e Bella Napoli) che sono in vendita presso la Bottega d’arte di Luciano Russo in Via Tasso; invitiamo poi i giovani a leggere questi libri perchè vi troveranno tanti modelli di vita, tanti percorsi esistenziali, tante storie di “ordinario coraggio e di straordinaria umanità”, altro che gossip di veline, calciatori o imprese criminali di gente senza valori.
Grazie Vincenzo, grazie Cinzia, per averci ricordato che esiste un’altra Napoli, un’altra Italia!
A Presto rivederci!
Antonio

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