Quando vendi un libro

foto di Adriano ParraccianiOggi, 26 luglio, anno di grazia 2011, ore 6.30 p.m..
Il treno A.V. ci ha portato a Napoli, Stazione Centrale, con circa 20 minuti di ritardo, ma con i chiari di luna di questi giorni causa incendio a Roma Tiburtina Cinzia and me ci sentiamo come se fossimo arrivati in perfetto orario, anzi meglio.
Uno sguardo alla tabella dei treni in arrivo per capire a che ora arrivama Francesco, il figlio di Cinzia, ed entriamo alla Feltrinelli Express dove Francesco, il direttore, sta parlando con una ragazza che chiede un consiglio su un libro di Camilleri da regalare alla madre.
Per la serie “è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che io mi faccia i fatti miei” dico alla ragazza “Il re di Girgenti. Fidati, è un libro straordinario”. La ragazza mi guarda, accenna un sorriso tra il divertito e il grato, e mi dice “mi fido, vada per Il re di Girgenti”, mentre Francesco il direttore con il suo “Buonasera prufessò” un pò mi saluta, un pò mi sfotte, un pò si prende il tempo necessario per verificare se il libro c’è.
Il libro ci sta, ma non si trova, in un posto dove passano migliaia di persone al giorno può accadere per tante ragioni che un libro sia difficile da trovare, ad esempio perché un lettore interessato l’ha preso dallo scaffale dei romanzi e leggendo leggendo la quarta di copertina e magari anche un pò del primo caitolo l’ha lasciato sullo scaffale delle guida da viaggio. Naturalmente tempo qualche minuto e il libro sarebbe venuto fuori, soprattutto se non ci fossi stato io da quelle parti.
Cosa c’entro io? C’entro, c’entro, perché ho approfittato del buoco temporale che si è creato e ho detto alla ragazza “se proprio non si trova il libro di Camilleri può comprare il mio libro, Bella Napoli, che pure è molto bello anche se non come quello del grande crittore siciliano”.
Come è andata a finere l’avrete intuito già: la ragazza ha comprato Bella Napoli, le ho scritto anche una dedica per la madre, e sono stato contento come una Pasqua.
A proposito, non vi ho detto ancora che quando leggerete Rione Sanità vedrete che l’ultimo capitolo comincia così:
“Il re di Girgenti è uno stupendo romanzo di Andrea Camilleri, uno di quei libri così belli ma così belli che a un certo punto ti dimentichi che lui è Camilleri e tu invece no e pensi “ma perché non l’ho scritto io?”.
Debbo la sua scoperta alla mia amica Concetta Tigano che me lo ha regalato ai primi di aprile appena arrivato a Catania per la presentazione del mio libro Bella Napoli.
E non vi ho detto neanche che quando sono tornato a casa sulla mia pagina Facebook ho trovato questa citazione postata sempre da lei, la mia amica Concetta: Quando vendi ad un uomo un libro, non gli vendi 12 once di carta, un pò di inchiostro e della colla, gli vendi un’intera nuova vita. (Christopher Morley)”.
No no, non scherzate, se non credete a me ci sta Cinzia come testimone, Concetta con Cinzia and me alla stazione non c’era. Dite che è soltanto una coincidenza? Rispondo può darsi, ma aggiungo che personalmente alle coincidenze credo poco. E voi?

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