Napoli e la magia del ritorno

Un pò di lei l’ho raccontato qui. Questo è invece l’articolo su Napoli che ha scritto lei.
La discussione è aperta.
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di Valeria Gonzalez

Riscopro Napoli. Poco a poco, la città mi si ricompone davanti agli occhi nella sua straziante bellezza. Perché è bella, Napoli, maledettamente bella. Ma  è violenta. E non parlo della violenza che purtroppo già si conosce, quella dei  quartieri, degli scippi, dei motorini, della camorra. Non è solo quella la violenza di Napoli. La sua bellezza è violenta.
È una città che strazia. È una puttana. È una sirena. È amore e odio. Quello che vivo adesso, tornandoci un po’ straniera, è un sentimento di  confusa emozione.
In realtà, a pensarci bene Napoli l’ho sempre vissuta così: una continua scoperta, un eterno innamorarsi, e la coscienza di un amore  brutale, senza mezzi termini, asfissiante.
Quando sono arrivata a Marsiglia mi sono detta: “è simile a Napoli”. Non che sia totalmente sbagliato, ma so che in fondo c’è qualcosa che le differenzia  molto. Il mare. Quello che a prima vista le accomuna. Quello che osservando meglio le separa.
Il mare.
Il mare di Napoli è nero. È un male d’olio, pesante, cupo, un mare che prende e non dà niente. Soffocante. Non è il mare azzurro di Marsiglia, non è neanche il mare blu scintillante delle calanques. Quella sensazione di libertà e di apertura che si prova guardando il tramonto al Fort Saint Jean a Napoli non esiste. Tutto si richiude su se stesso.
Napoli è la magia del ritorno, non del partire. Come se in fondo non ti lasciasse mai andare. Un mare che incatena.
E poi è sporca, nauseabonda, rumorosa, calda, soffocante, frenetica, impazzita, senza regole, alienante, ignorante, vorticosa, labirintica, tetra,  falsa, rabbiosa. Violenta.
E allora … cos’è questa poetica che nasconde nel suo ventre sanguinante? Perché non riesco a staccarmene?
Dal piccolo molo di barche da pesca riprendo la strada verso casa. Odore di mare in un tramonto ingoiato dal traffico. Mi fermo a comprare dei taralli caldi.
Non c’è niente da fare. Taralli napoletani, birra fredda, lungomare.
Insostituibile Napoli.

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