Questa mattina, mi son svegliato

E ho pensato alcune cose che mi fa piacere condividere con voi:

1. Sono contento che abbiano vinto Renzi e il PD. Da tempo il PD non è più il “mio” partito, ci ho pensato, ripensato e rimuginato, anche assieme ai miei figli, ma alla fine l’ho votato convinto. Tra Cina e Usa, solo gli Stati Uniti d’Europa possono impedire il declino del nostro continente, un’Europa lontana anni luce da quella delle banche, dell’austerità e del dominio della Germania, un’Europa da cambiare da cima a fondo ma non da abbandonare, e il voto al PD era e resta per me oggettivamente quello più coerente con questa esigenza di cambiamento – rafforzamento della visione europea.

2. Sono felice che abbiano perso Grillo e i 5 Stelle. Al di là delle percentuali, in un anno hanno perso oltre 3 milioni di voti, inseguendo questa idea del “o tutto o niente” che è dannosa persino nelle sale gioco figuriamoci in politica.
Se solo avessero avuto un po’ di buon senso e non avessero fatto naufragare ogni tentativo di dialogo oggi potremmo fare a meno di avere un pezzo di Centro Destra al governo e un altro pezzo che ancora può giocare a fare il padre della patria. E’ vero che in questo hanno inciso anche le scelte di Renzi e del PD, che non a caso non è più il “mio” partito, ma è anche vero che se la casa brucia e le porte da un lato sono tutte chiuse devo per forza uscire dall’altra parte, anche se devo passare per la stalla.

3. Sono  molto contento che la Lista Tsipras abbia raggiunto il quorum, ma è una contentezza emotiva, di vicinanza affettiva agli sforzi delle tante amiche e amici che si sono adoperati in queste settimane, cito per tutte l’eroica Paola Bacchiddu, e delle tante personalità che stimo e ammiro, questa volta faccio due nomi, Petrini e Strada, ma non è una contentezza politica, a me pare evidente che una o più formazioni e personalità che raccolgono il 4% dei voti quando vanno a votare il 57 % degli italiani confermano il fatto che questa idea di sinistra non ha nessun appeal e soprattutto nessun futuro politico in Italia, a parte naturalmente, quello a suo modo nobile anche se non è mio, della testimonianza.

4. Sono convinto che oggi più di ieri ci sia spazio per un partito di sinistra, come ho scritto un’altra volta “ho detto partito”, non movimento, gruppo, società civile, no, no, partito, nel quale naturalmente trovino spazio e iniziativa movimenti, gruppi, società civile, ecc., ma un partito vero, a due cifre, un partito del lavoro, di tutto il lavoro (dipendente, start-upper, artigiani tecnologi e tradizionali, auto impiego, popolo della partita iva) un partito che parli prima di tutto ai più giovani, un partito che non è alternativo al PD, che in un paese moderato come il nostro che il PD sia la forza principale di governo mi sembra la possibilità meno di centro che abbiamo, piuttosto un partito che lo costringa a un’alleanza a sinistra, che ad esempio non gli faccia perdere di vista il legame non solo etico ma anche materiale, concreto, pratico che c’è tra lavoro, autonomia e diritti delle persone.
Perché sì, se anche i ragazzi che hanno un lavoro stabile e una retribuzione regolata dal CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro) continuano a vivere con i genitori anche dopo i 30 anni perché proprio non ce la fanno a guadagnare 1100 euro a mese e a pagare affitto, bollette e tutto il resto è ovvio che l’economia non gira e il Paese non cresce.
Ecco, io credo che un partito del lavoro che percorra con coerenza e pazienza questa strada toglie voti all’astensionismo, alla sfiducia, alla defezione, all’idea che la politica è una cosa sporca, che se paghi le tasse sei un fesso e se hai i soldi sei uno buono, e toglie voti anche al M5S, che il 21% è comunque un’enormità per tutto quello che potrebbero fare e non fanno.

5. Nel 2015 compio 60 anni, e mi piacerebbe festeggiarli (anche) iscrivendomi a un Partito del Lavoro che abbia un’idea di Paese che dà più valore al lavoro e meno valore ai soldi, più valore a ciò che sai e sai fare e meno valore a ciò che hai, e che lavori e contribuisca a formare una classe dirigente in grado di sostenere questa visione, ma questo lo sapete già, perciò mi fermo e aspetto che mi raccontiate cosa avete pensato voi, questa mattina, quando vi siete svegliati.

 

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