Gente di Secondigliano

Ieri sera Carmine Rubino via Skype. Stamattina Salvatore Traino su Facebook. Stasera mio fratello Antonio via telefono. Gente di Secondigliano, come il corto che vuole fare il mio amico regista Francesco Lama, come il libro della mia vita, il mio libro dei libri, quello che dopo non potrò scrivere più, quello che persino il grande Joyce mi si svelerà in sogno per stringermi a mano. Gente di Secondigliano, come Tonino Parola, come Umberto e Gennaro Parola, come Stanislao Nocera, come Pasquale Ruggiero, come Antonio “Bird” Rubino, l’amico dolce e gentile che nel mondo analogico da tempo non è più.
L’idea me l’ha suggerita mio fratello Antonio, quando gli ho detto della mia nostalgia, del rimpianto per il fatto che sono tra un pò 40 anni che non stiamo più tutti assieme.
Mi ha detto decidi una data, che sia sufficientemente lontana, è che quella sia, altrimenti accade come l’ultima volta, decine di telefonate e di mail e poi ci siamo persi di nuovo.
La data l’ho decisa, Venerdì 15 aprile 2011. La città è decisa da sempre, Bologna, quella più facilmente raggiungibile da Brescia, da Verona, da Napoli, oltre che naturalmente dai tre “bolognesi”. Intorno alle undici a Piazza Maggiora.
Chi c’è, c’è.  E chi non c’è ci sarà l’anno successivo. E mica possiamo fare come quando eravamo ragazzini,  della serie “a mamma fa chesto ‘e chello a chi nun vvene”. O si?

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