Riccardo, l’uomo che aggiustava le cose e io

BOOKTRAILER

AUDIOBOOK
Pagine lette da me
L’intervista a Run Radio

ARTICOLI, RECENSIONI, COMMENTI
Se parliamo di libri con Vincenzo Moretti l’uomo che crede nel lavoro ben fatto, Napoli.Repubblica.it
Se parliamo di libri e di lavoro ben fatto, Repubblica TV
Se parliamo di libri con Vincenzo Moretti, Napoli.Repubblica.it
Se Parliamo di Libri Repubblica Napoli (Video completo)
L’uomo che aggiustava le cose: l’ebook di vincenzo moretti, Popfilosofia.it
Le recensioni su Amazon

STORIA SERIALE
22 Febbraio 2017; 1 Marzo 2017; 2 Marzo 2017; 7 Marzo 2017; 12 Marzo 2017; 16 Marzo 2017; 20 Marzo 2017; 24 Marzo 2017; 27 Marzo 2017; 2 Aprile 2017; 16 Aprile 2017; 27 Aprile 2017; 5 Maggio 2017; 11 Maggio 2017;

22 Febbraio 2017 Torna al Diario
«Pà, allora sei pronto?»
«Direi di sì, Riccardo. Tuo fratello sta finendo gli ultimi controlli, il Primo di Marzo dovrebbe essere su Amazon, speriamo che qualcuno lo compri e lo legga.»
«Il tuo problema è che la maggior parte delle persone che ti segue sono come te, imbranate quando devono fare un acquisto online, poi c’è la faccenda di Kindle che si deve scaricare l’app per leggerlo, insomma non la vedo facile.»
«Riccà, mi sembri Attilio, il suggeritore di Uomo e Galantuomo, quello di “nun se leva, nun se leva”, e dimmela una parola di speranza.»
«Allora ti debbo illudere?»
«Vabbè ja, ne parliamo un’altra volta, quando fai così mi fai innervosire.»
[RISATE]

1 Marzo 2017 Torna al Diario
Il racconto esce su Amazon.
[SCONGIURI]

2 Marzo 2017 Torna al Diario
«Pà, una mia amica mi ha chiesto chi può leggere il tuo racconto.»
«Riccardo, dagli 8 anni fino all’infinito e oltre lo può leggere chiunque, se è un papà o una mamma che lo legge anche 6 anni vanno bene. Però non è una favola per ragazzi, è il lavoro raccontato a un ragazzo, che è diverso, perché dice tante cose anche agli adulti, e lo fa in modo commovente, magico, fantascientifico, nel senso che …»
«Pà, fermati, vedi che non lo devo comprare io il tuo racconto.»
[SOGGHIGNO]

7 Marzo 2017 Torna al Diario
«Pà, sei contento di come sta andando il tuo racconto su Amazon?»
«Abbastanza.»
«Pà, ma mò fai il diplomatico con me? Che risposta è abbastanza?»
«Riccardo, certe volte non tanto ti sopporto. Allora, sono contento perché a chi lo ha letto è piaciuto assai, si capisce anche dai commenti. Non sono contento perché vorrei che a leggerlo fossero molte/i ma molte/i di più.»
«Beh, certo, su questo hai ragione, se fosse uscito mercoledì scorso le persone che lo hanno comprato sarebbero anche tante, ma essendo uscito sei mesi fa la cosa è preoccupante.»
«Riccà, lo sai dove devi andare?»
«Ah, non si dice …»
[ELOQUENTE GESTO DELLA MANO]

12 Marzo 2017 Torna al Diario
«Pà, ieri sera ho letto le recensioni al tuo racconto su Amazon.»
«Sono contento Riccardo, grazie.»
«E di che. Sono molto belle. Ma sono tutte di persone che conosci?»
«Quelle firmate si, quelle anonime alcune si, altre non lo so.»
«Però che amici belli che hai, leggono, lasciano i commenti, e poi si capisce che sono veri, non è roba appezzottata.»
«Ahahahah, è vero, niente pezzotti, solo cose originali. Il fatto è che gli amici non bastano, bisogna che il racconto raggiunga un pubblico più vasto, ci vorrebbe un’idea per …»
«Pà, questo già me l’hai detto, vedi che il racconto è bello, secondo me con il tempo i lettori arrivano, però tu stai sciolto, non ti fissare. Come dice il papà di Luigino? Quali sono i due verbi più importanti nella vita?»
«Ascoltare e aspettare.»
«Appunto!»
[SORRISI]

16 Marzo 2017 Torna al Diario
«Pà, questo fatto che si può leggere qualche pagina del libro prima di comprarlo mi sembra una cosa buona.»
«Pure a me, Riccardo.»
«Una mia amica ti ha anche postato in un gruppo di lettori su Facebook.»
«Anche questa è una buona cosa, buona assai, però ce ne vorrebbero centinaia, migliaia.»
«Sì, ‘nu milione. Azz pà, ma tu stai sempre di una maniera.»
«Non sto sempre di una maniera, sto sul punto, che è diverso. Se non fossi stato sempre sul punto più della metà delle cose belle che ho fatto nella mia vita non le avrei potute fare. Funziona come diceva Edison figlio mio, 1% ispirazione e 99% fatica.»
«Ecco, arrivati alla citazione me ne posso tornare a casa.»
«E no, io da qui non ti faccio uscire se prima non ammetti che questa volta tengo ragione.»
[RISATE]

20 Marzo 2017 Torna al Diario
«Pà, questo fatto che da grande vuoi fare lo scrittore mi piace.»
«Sono contento Riccardo.»
«No, perché sai, non dico che sei vecchio, però a 62 anni non è che è facile che uno dica che da grande vuole fare qualcosa.»
«Azz. Riccà, non vuoi dire che sono vecchio, e se lo volevi dire che dicevi, che mi devo togliere la targa e andarmene allo scasso?»
«Pà, ti ho detto che mi piace e tu pure fai polemica?»
«Non faccio polemica, sono preciso. Tu hai detto che ti piace, ma hai pensato che sono vecchio.»
«No, nun c’a pozz fa, addesso leggi pure nel pensiero.»
«E le soprese non finiscono qui.»
«No no, le sorprese finiscono, finiscono, perché io me ne torno a studiare.»
[CIABATTE DI PEZZA CHE VOLANO]

24 Marzo 2017 Torna al Diario
«Ciao pà che fai, ridi da solo?»
«Ciao Riccardo, si, sono contento. La mia amica Concetta ha recensito il racconto su Amazon, e naturalmente io nella chat l’ho ringraziata, e allora lei mi ha inviato una mail.»
«Fammi leggere.»
«Eccola: Ciao Vincenzo, bello davvero il racconto, complimenti. Non occorrono ringraziamenti. Solo un piccolo appunto: i ragazzini di 11 anni non parlano così bene e in modo così articolato. Baci.»
«E tu?»
«Io le ho scritto questo: Ciao Concetta, un bacione a te. È vero quello che dici, è un problema che ci siamo posti anche io e Luca, mio figlio, che mi sta aiutando in questa avventura, tanto è vero che fino a un certo punto Luigino aveva 10 anni e poi lo abbiamo passato a 11. Però ci stanno delle eccezioni, io per esempio qualche settimana fa ho conosciuta una bambina, Valentina, figlia di un amico, che ha 8 anni ed è quasi come Luigino eheheheh. Insomma il ragazzo è un po’ particolare, come si vedrà nel secondo e ancor più nel terzo episodio. Comunque grazie assai per avermi segnalato questa cosa, per me è molto importante, perché lo so bene che le recensioni delle amiche amiche come te un po’ sono condizionate dal rapporto personale, che magari gli avresti dato 4 stelle e non 5, uno dei motivi per cui non pubblicizzo molto amiche e amici è questo. Il fatto che tu ti sia presa cura di segnalarmi comunque quello che secondo te non andava dice molto sulla bellissima personea che sei. Grazie ancora.»
«Bello questo scambio di mail.»
«Aspetta che non è finito, guarda lei cosa mi ha risposto a sua volta: So con chi ho a che fare, sapevo che non ti saresti offeso. Un abbraccio grande, aspetto il prossimo. Ah, dimenticavo. 5 stelle sempre!»
«Pà, che belle amiche che tieni.»
«Già.»
[SORRISI MOLTO LUMINOSI]

27 Marzo 2017 Torna al Diario
«Pà, come va il nostro uomo che aggiusta le cose?»
«Riccardo, nun va.»
«In che senso non va?»
«In che senso, nel senso che da un paio di giorni si è fermato, nessuno lo compra e lo legge.»
«Ma come, ho visto che stai già a 30 recensioni.»
«Da quel punto di vista funziona, ce n’è anche una 31esima di una ragazza di 8 anni, Valentina, che non sta su Amazon ma è bellissima.»
«Si, ieri ho letto il post.»
«È che non riesco a farlo uscire dal giro degli amici, che pure loro non è che posso stressarli troppo, bisogna dargli il tempo, alla fine su 100 che si dicono entusiasti poi una ventina prendono il libro e lo leggono, e di questi più o meno 6 lo commentano.»
«Azz. pà, si vede che sei sociologo, tieni tutto sotto controllo. Comunque dai, non ti abbattere.»
«E chi si abbatte Riccà, tu mi hai fatto una domanda e io ti ho dato una risposta.»
«Questo è vero. Vedrai che prima o poi trovi anche la risposta a come farlo uscire, come dici tu, dal giro degli amici.»
«Lo penso pure io, ‘o ssaje, io song comme ‘o pappice, un poco di tempo ci metto, ma ‘a noce ‘a spertosa.»
[RISATE SAPORITE ASSAI]

2 Aprile 2017 Torna al Diario
«Pà, come va? Oggi quando ti ho sentito al telefono tenevi ‘o core int’o zucchero.»
«Si Riccardo, il racconto sta piacendo, stanno arrivando recensioni bellissime, adesso bisogna solo …»
«… Allargare il giro.»
«È inutile che sfotti, Riccà. Si, bisogna allargare il giro.»
«E allora allarghiamolo.»
«Se non la finisci ti caccio. Io sto facendo l’impossibile per allargarlo, tu invece?»
«Pà, ma non essere assurdo, che io tra università, studio e un poco di vita sto sempre impicciato. E poi sono tuo figlio, che faccio, scrivo su Facebook Accattateve il racconto di papà?»
«A parte che anche quella potrebbe essere un’idea carina, lo sai cosa ha fatto una mia amica dopo aver letto e recensito il libro su Amazon?»
«Che ha fatto?»
«Ha scritto una mail per le amiche e gli amici che non usano i social, ci ha messo la sua recensione, il numero complessivo di recensioni con le stelletelle, un po’ di link compresa l’anteprima e la pagina dove si compra il libro, un chiaro invito a leggere il racconto e l’ha inviata.»
«Azz.»
«Ecco. Mò tu immagina se fossero in 100 a fare la stessa cosa.»
«E se fossero in 1000?»
«Vattenne altrimenti ti suono una scarpa in testa.»
[ABBRACCIO E FUGA]

16 Aprile 2017 Torna al Diario
«Senti pà, prima di salutarti, che tanto poi domani pomeriggio ci vediamo, volevo chiederti ma com’è che l’hai chiusa la nostra web serie?»
«Riccardo, non è che l’ho chiusa, ma se non posso taggare neanche te che l’ultima volta mi hai fatto un cazziatone – in senso metaforico si intende – mi dici che la tengo aperta a fare?»
«Innanzitutto non fare la vittima che io non ti ho fatto nessun cazziatone, né metaforico né letterale.»
«E ci mancava pure questa!»
«Appunto. Io ti ho detto soltanto che sulla mia bacheca ci stanno solo i post tuoi. Comunque non voglio fare polemica, volevo sapere se ci sono novità con il racconto.»
«Azz, non vuoi fare polemica, e se la volevi fare. Vedi che dato che io racconto delle nostre chiacchiere intorno al racconto ogni 2-3 giorni, se sulla tua bacheca ci stanno solo i miei post significa che tu Facebook non lo usi, dunque il problema è tuo non mio.»
«E ti pareva!»
«Si, mi pareva. Ciò detto, il racconto va. Piano, ma va. Continuo ad avere riscontri molto positivi e tra un po’ dovrebbe cominciare ad arrivare qualche recensione anche su qualche rivista. Lo sai com’è in queste cose, ci vuole tempo.»
«Pà, io lo so che ci vuole tempo, non sono del tutto convinto che lo sai tu.»
«Riccà, lo sai dove devi andare?»
«Certo, a mangiare una fetta di pastiera.»
«Ecco, rimaniamo così. Ci vediamo domani.»
«A domani pà, mi vengono a trovare un po’ di amici, comunque a un certo punto passo a salutarti.»
«Si, vieneme ‘a truvà, sto a Bellavista.»
[BOFONCHIAMENTI VIA GSM]

27 Aprile 2017 Torna al Diario
«Pà, ho visto il Video di Repubblica, mi è piaciuto un sacco.»
«Sì Riccardo, è stato bello e anche divertente; Cristina, Pier Luigi e Paolo sono molto bravi, secondo me ha funzionato.»
«Pure secondo me, ho visto che anche le due persone che stavano lì nella sala sono stati al gioco.»
«Sì, molto carini pure loro, poi ho scoperto che sono di Padova, alla fine lui si è preso anche la copertina del libro che Cristina aveva stampato, mi sono sembrati interessati, del resto questa storia del lavoro ben fatto prende molto.»
«E invece il racconto?»
«Il racconto va, va piano ma va, adesso con questa cosa dell’intervista magari il passa parola diventa più facile.»
«Pà, te l’ho detto, tu ti sei ingrippato con questa storia dell’ebook, il tuo pubblico ama la carta, tu stesso quando devi comprare qualcosa in rete ci metti una vita, e lo fai solo se non sei riuscito a passare l’impiccio a me o a Luca.»
«Riccà, tu sei più tosto di tuo nonno Pasquale, e io già ho dovuto combattere una vita con lui da figlio non ho la forza fi ricominciare daccapo con te da padre. Allora: uno, io non mi sono ingrippato, ho deciso di sperimentare una nuova possibilità, il cambiamento all’inizio creare più problemi di quelli che risolve, ma con il tempo le cose cambiano; due, come ti ho detto già 100 volte, ma tu non ascolti, come del resto tuo nonno, verrà anche il tempo della carta, quando tutti e tre i racconti che compongono questa mini serie saranno stati pubblicati; tre, certe volte sembra che tu lo faccia apposta a inquitarmi, e questo non si fa, perché papà tuo si sta facendo vecchio, e con la vecchiaia si fa più fatica a controllarsi, non so se mi spiego.»
«Ti spieghi, ti spieghi. Posso dire liberamente quello che penso o il vecchietto si disturba?»
«Certo che puoi.»
«Perfetto, però poi ricordatelo che te l’ho chiesto. Uno: tu ti fai vecchio e ti fai giovane quando vuoi tu, perciò con me non la fare questa parte, perché ti conosco; due, quando dici che io e nonno Pasquale non ascoltiamo mi sembri ‘O ciuccio che chiamma recchia longa ‘o cavallo; tre …
«… tre Riccardo mo’ se non la finisce ti do’ una capata.»
«Va bene, cedo alle minacce, mi arrendo.»
[GRANDI RISATE E DAMMI IL CINQUE A ZUFFUNNE]

5 Maggio 2017 Torna al Diario
«Pà, mi è piaciuto il commento che hai scritto rilanciando la recensione del lettore che è rimasto un po’ deluso dal racconto e ti ha dato solo tre stellette, che poi solo si fa per dire, che anche quella non è male come valutazione.»
«Si, c’è sempre una prima volta, naturalmente avere commenti più positivi fa più piacere, ma ci sta anche la delusione e vedrai che prima o poi arriveranno anche quelle/i che non gli piace per niente, fa parte delle possibilità, e poi lo sai come la penso, si migliora con le critiche non con i complimenti.»
«Ah, così la pensi? Allora sai mo’ che faccio, scrivo una bella recensione che dice che il tuo racconto è ‘nu purpo eheheheh»
«Riccà, ma è possibile che ce la devi mettere sempre tutta per farmi innervosire?»
«Uà pà, e come ti innervosisci presto, con te non si può scherzare.»
«Va bene, questa volta ho torto io, puoi scherzare, però insomma quello che volevo aggiungere è che a volte una cosa ti piace di più o di meno a seconda delle aspettative che hai e del momento in cui leggi quel racconto, guardi quel film, ascolti quella canzone.»
«Si, capita anche a me, bisogna anche essere predisposti per godersi una determinata cosa. Ma non è che tu mo’ dici questo perché te la sei presa per il commento del lettore?»
«No Riccardo, non dire sciocchezze, non me la sono presa, ciascuno ha il diritto di dire quello che pensa, ci mancherebbe altro. Cerco semplicemente di capire, di cogliere il più più possibile il senso di quello che le lettrici e i lettori dicono o scrivono.»
«Pà, adesso me ne devo andare, tra 5 minuti parte il pulmino e …»
«Ciao Riccardo, non perdere il pulmino ‘e chi te viecchio. Ma possibile che ogni volta che passi di qua tieni sempre ‘a neve int’a sacca?»
«’O sapevo. Ma delle volte che vengo, mi siedo, ti chiedo come va e tu continui a scrivere e a chatatre come se niente fosse non dici niente?»
«Riccardo, vai, altrimenti perdi il pulmino.»
«Si, mo’ lo voglio perdere, resto qui un’altra mezzora, però tu chiudi il Mac per tutto il tempo.»
«Riccà vattenne!»
«Obbedisco!»
[GIVE ME FIVE ‘A VOLO ‘A VOLO]

11 Maggio 2017 Torna al Diario
«Uè pà, allora come va?»

«Bene Riccà. La notte scorsa ho sognato l’uomo che aggiustava le cose.»
«Papà, te lo posso dire?, tu ti devi far vedere, non è possibile che ti sogni il libro anche di notte.»

«Riccardo, innanzitutto se dici “te lo posso dire?” aspetta che io ti risponda prima di proseguire.»

«Pà, poi dici che sono io e invece sei tu che ogni volta fai polemica; lo sai bene che è un modo di dire.»

«In secondo luogo io non ho sognato il libro, ho sognato proprio lui, Mastro Giuseppe, l’uomo che aggiustava le cose.»
«Azz. E com’era?»
«Aveva la faccia di mio padre, però io nel sogno non lo sapevo che era lui.»
«Ecco, questo mi piace. Del resto, da quello che racconti, il nonno ci stava bene nella parte.»

«È vero, papà sapeva aggiustare tutto, e sulle cose importanti era pure lui un filosofo, magari non sapeva usare le parole con la stessa appropriatezza di mastro Giuseppe, ma la sostanza c’era tutta.»

«E allora dai, racconta, cosa avete fatto nel sogno, cosa vi siete detti?»
 «Riccardo, mi ricordo solo che è stato bellissimo, che ero felice, per il resto non mi ricordo niente.»

«Come non ti ricordi niente.»

«Niente Riccà, né una parola, né un gesto, nulla, zero assoluto.»

«Pà, tu stai ‘a piezz, ti devi far vedere assolutamente, ma come è possibile una cosa così.»
«È possibile, capita a tanta gente, ti rimane il sapore di quello che hai sognato e niente più, e a me è rimasto il sapore di felicità, va bene accussì.»
 «Pà sei unico, ti voglio un sacco di bene.»

«Pur’io.»

[ABBRACCIONE]

RACCONTO