Lettera a una Professoressa Atto Secondo

Alle ragazze e ai ragazzi del Liceo Carducci di Nola l’ho detto ma voi lì non c’eravate e perciò lo ripeto qui: il prossimo numero di “Questione di Senso”, la mia rubrica su Rassegna Sindacale, sarà dedicato a loro, al valore del loro lavoro, all’impegno con il quale hanno letto Bella Napoli, alla bellezza delle storie che hanno raccontato e che potete leggere su Timu. Quello che ci siamo detti non ve lo racconto, perché altrimenti Stefano Iucci mi ammazza, a ragione, non è che posso scrivere su Rassegna una cosa riciclata. Vi dico invece che quello che avevo scritto nel post “Lettera a una professoressa” è più che mai attuale, che raccontare il lavoro nelle scuole è un’idea che vale, che il fatto che le/i ragazze/i raccontino le “loro” storie e acquistino consapevolezza di quanto il lavoro sia importante nelle vite delle persone che hanno intorno, papà, mamma, parenti, amici, rappresenta una piccola grande rivoluzione culturale, che se diventiamo sempre più in tanti a raccontare le “nostre” storie invece di quelle, l’esempio non è a caso, che ci propina la televisione, possiamo pensarci meglio, vivere meglio, costruire un futuro migliore prima di tutto per le generazioni che verranno. Mi fermo qui, anzi no. Questa storia cominciata con Caterina Vesta e il Liceo Novelli di Marcianise e continuata con Mariagiovanna Ferrante e il Liceo Carducci di Nola non è detto debba finire qui. Voi rileggetevi la lettera a una professoressa. Io aspetto la prossima chiamata.

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