It’s the question that drives us

Accade di inciampare continuamente  in domande ritenute fondamentali, almeno per tutti quelli che, come noi, sono cresciuti all’ombra del pensiero greco.

Accade alle persone comuni, che fanno a pugni ogni giorno con il desiderio di conquistare un futuro migliore per sé stessi e per i propri figli.

Accade ai filosofi, che si ritrovano, millennio dopo millennio, ad interrogarsi su «ciò che vi è», su «ciò che vale», su «chi noi siamo».

Accade nei film, come nel primo episodio di Matrix, la trilogia ideata e diretta dai fratelli Wachowski, quando l’affascinante Trinity sussurra a Neo «It’s the question that drive us, Neo. It’s the question that brought you here. You know the question, just as I did» e riceve in risposta la domanda in quel contesto “pour excellence”, «What is the Matrix?».

Accade ai papi, come suggerisce l’aneddoto che vuole che Karol Wojtyla abbia detto, al giornalista che si congratula per la bellezza di «Varcare la soglia della speranza», che il merito è delle domande di Vittorio Messori, dato che senza buone domande non esistono buone risposte.

Accade anche ai sociologi dell’organizzazione, alle prese con la necessità di comprendere «come funzionano le organizzazioni» e «come potrebbero funzionare meglio». Già:

Come funzionano le organizzazioni?

Come potrebbero funzionare meglio?

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