Grazie Federico

Questo il messaggio che il mio giovane amico Federico Cuozzo mi ha appiccicato sulla bacheca Facebook:
“Nel lavoro tutto è facile e niente è facile, è questione di applicazione. Dove tieni la mano, devi tenere la testa, dove tieni la testa, devi tenere il cuore, altrimenti non diventerai mai un bravo artigiano.
Ogni giorno ci penso e ci ripenso. Ora che mi sono diplomato e che sto entrando nel mondo del lavoro ci penso ancora di più. Son sicuro che non la finirò più di ringraziarLa per l’intervento che avete fatto nella mia scuola.
Grazie mille.”

Questa la mia risposta:
“Grazie a te, Federico. Le tue parole sono di quelle che danno senso a una vita. Sono commosso.

Questa la sua replica:
Penso che nella vita le parole che si dicono a noi stessi possano solo aiutare, ma le parole di incoraggiamento di persone “estranee” possono solo amalgamarsi alle altre e sostenere coloro che nella vita ci credono e che vogliono dare un senso a questa vita.
Qui si parla di crisi. Indubbiamente c’è, si vede e si sente. Ma forse, il più delle volte, la crisi sta dentro di noi. La crisi è nella Testa, nelle Mani e nel Cuore. Io sono convinto che, invece, la crisi, soprattutto dentro di noi, si possa e si debba eliminare, cacciare. Nella Testa, nelle Mani e nel Cuore c’è bisogno di vita. E questa vita non può non essere alimentata da queste belle parole a cui penso giorno dopo giorno.

Questo l’antefatto:
San Giorgio a Cremano (Na), Lunedì 13 Maggio 2013 ore 10.00. Istituto Tecnico Enrico Medi.
Incontro sul lavoro ben fatto. Testa, Mani e Cuore. Il lavoro che cambia l’Italia.
Guest: Annunziata Muto e Biagio Formisano

Questa la seconda parte della citazione in quarta di copertina di Testa, Mani e Cuore (la prima parte è quella citata da Federico):
“Funziona proprio come nelle costruzioni, che per quanto il castello dei fantasmi, la nave dei pirati o l’astronave degli Jedi, una volta che hai finito di costruirli, ti appaiano impeccabili e magnifici e perfetti, per farli hai dovuto incastrare i diversi mattoncini uno a uno, e hai dovuto farlo nel modo giusto, perché altrimenti non ce l’avresti fatta a fare quello che volevi fare.”

Questa la mia considerazione finale:
E’ da metà marzo di quest’anno, con l’uscita nelle librerie del mio romanzo, che vado in giro per l’Italia a raccontare che non sono un matto ma un portatore di mattoncini, Ecco, quando dici una cosa ne sei convinto e ti rendi conto persino di riuscire a comunicarla questa tua convinzione, però è quando un ragazzo come Federico ti scrive un messaggio come quello che ha scritto lui che ti rendi conto che il sogno che porti in giro per l’Italia non è un sogno, è realtà.
Perché “[…] nessuno è padrone di nessuna cosa, per quanta consistenza sia in lui o per mezzo di lui, finché delle sue doti non faccia partecipi gli altri”.
Grazie Federico.

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