Un’agorà nel cuore di Napoli

“Qui non c’è opinione pubblica. E allora poco importa che questo quartiere rimanga imbalsamato. L’essenziale è che rimanga una sacca di voti eccezionale, una volta per l’uno, un’altra volta per l’altro candidato. Qui ci sono i deboli, e nella realtà chiunque sia al potere, di questi deboli non si ricorda più”.

Sono passati 5 anni da quando don Antonio Loffredo, parroco del Rione Sanità, mi ha detto queste parole. In cinque anni sono successe tante cose. Per lui, ma di questo a don Antonio non piace che si parli, e per il quartiere. Ad esempio nell’ottobre 2005 è nata l’associazione Onlus “L’Altra Napoli”, creata da “un gruppo di napoletani dentro, residenti e non, che condivide l’amore per la propria città natale, un forte sentimento di riscossa e la voglia di rimboccarsi le maniche”; perchè “Napoli è una città che sa dare tanto, tutto, e quando chiede aiuto non può essere abbandonata al suo destino”; perché “di questa città sul golfo potremmo lavarcene le mani, ma ci resterebbe sopra il sale”. Due anni fa il progetto “Rione Sanità ieri oggi e domani”. A settembre di quest’anno il tour “Miglio Sacro”, dalla Basilica di San Gennaro extra moenia alla chiesa di Santa Maria alla Sanità, fino alle catacombe di San Gaudioso, un percorso nella cultura per riscoprire tesori e umanità fuori dal comune.

La morale della storia? Occorre dare valore all’agorà greca, arrestare la sua privatizzazione e spoliticizzazione. È importante riprendere il discorso sul bene comune. Non rinunciare a costruire pubbliche opinioni che adottano propri criteri autonomi di giudizio intorno a ciò che è giusto e ciò che vale nell’ambito dello spazio pubblico.

Sembra facile, in particolare nell’era digitale, dove per certi versi è più difficoltoso definire il luogo dove le forze in campo si confrontano, dove avviene lo scontro politico, e dove si fa più fatica ad identificare chi sono i dominanti e chi i dominati, dove sono, in altre parole, i veri centri di gestione del potere.

La presenza delle spine non deve però farci scordare della rosa.

Alla presentazione del Miglio Sacro don Antonio Loffredo ha detto, riferendosi alla Sanità, che “questo quartiere ha fretta, questi ragazzi hanno fretta”. Fretta di liberarsi dai luoghi comuni. Fretta di formare una loro pubblica opinione. Fretta di farla contare. Fretta di comunicarla al mondo. E questo al tempo dei nuovi media è sicuramente molto più facile.

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