Fare il napoletano stanca

enakapata3Sabato 24 aprile. Ore 6.10 a.m. Esco di casa diretto al bar Luciano per il quotidiano cornetto e caffè. Anche il sabato? Anche il sabato. Anche perché, da quando ho deciso di prendere un solo caffé al giorno, soffro di crisi di astinenza, nonostante abbia avuto cura di ridurre gradualmente la dose (da 6 o 7 caffé al giorno a 3 o 4 prima, da 3 o 4 a 1 poi). Il sabato è diverso perché non devo andare né a Fisciano, né a Roma e dunque sono in versione comoda e lite. Comoda perché non mi faccio la barba neanche se è già lunga di due giorni. Lite perché non ho com me lo zaino con il Mac. Perciò di solito scendo, mangio il cornetto, prendo il caffé, prendo la funicolare centrale, la prima corsa, quella delle 6.30, salgo al Vomero, faccio un giro, ritorno a casa a piedi per via Palizzi e mi metto a lavorare.
Sabato no. Perché alle 6.30 la funicolare era ancora chiusa. Alle 6.32 è sceso dall’autobus l’addetto di turno (che fortuna, ho pensato, e se l’autobus si fosse rotto o fosse passato più tardi?). Alle 6.35 si ferma la funicolare al Corso V.E. ma non apre le porte. A mia precisa richiesta il conducente mi dice che quella è la corsa di prova. Corsa di prova? Ma se è in ritardo rispetto alla prima corsa ufficiale? C’è stato un problema – è la risposta-. La funicolare che sale va, arriva quella che scende e si ferma. Qui ci sono molte persone a bordo. In salita era la corsa di prova e c’era il problema. In discesa no.  A Napoli abbiamo  inventato la funicolare con problema alternato.
Se state pensando “ma perché non dormi il sabato mattina invece di cercare rogne” vi dico subito che io non cerco niente. Che il mio giro per il Vomero me lo sono fatto così come la passeggiata per via Palizzi con vista su Capri, Posillipo, Sorrento. E aggiungo che ho aspettato anche qualche giorno per vedere se mi passava. Non mi è passata. Sarà perché lì con me c’era Ciro, che incrocio ogni  sabato e nell’occasione ho scoperto che lavora per le poste,  che era giustamente nero per il cazziatone che si sarebbe preso dal capo, più obbligo di recuperare alla fine della giornata il tempo perduto, per responsabilità certamente non sue.  Sarà per l’anziana insegnante che doveva arrivare a Casoria e che era preoccupata di arrivare in ritardo. Sarà perché sulla funicolare delle 6.45 c’erano almeno altre 15 persone nella prima delle tre carrozze, quella dove sono salito io, che stavano andando a lavorare e che in vario modo si lamentavano che la prima corsa della funicolare, in particolare al sabato, da tempo non era più puntuale.
È proprio vero. Fare il napoletano stanca. Hai voglia a provare a fare il giapponese. Ci vuole in Giappone. Ma pare proprio che non siamo capaci di meritarcelo.

p.s.
Il titolo me lo ha sparato in faccia un manifesto che annunciava il concerto  di Federico Salvatore al Teatro Delle Palme di Napoli il 29 aprile 2010. Non me lo sono lasciato scappare.

p.p.s.
per favore risparmiatevi la petizione, la protesta e compagnia cantante. Le persone che prendono la funicolare delle 6.30 il sabato per andare a lavorare non hanno tempo per queste cose. Si, sono stanche, hanno poca fiducia e tanta rassegnazione. Ma poi perché se la prima corsa della funicolare è prevista alle 6.30 bisogna fare una petizione perché la prima corsa della funicolare si faccia alle 6.30?

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