Appocundria

E’ un pò di giorni che continuo a pensare che mi piacerebbe scomparire per un pò, non solo da Piazza Enakapata e da Facebook, scomparire in generale, vorrei essere un prestigiatore tipo David Copperfield ma non come Nando Paone in “E fuori nevica” che lui non riesce a scomparire davvero e poi sappiamo come va a finire.
La cosa che mi preoccupa di più è che nel frattempo continuo a mettere in cantiere idee, progetti, appuntamenti, ancora non deve uscire il numero de Il Mese e poi dei Quaderni con l’intervista a Rifkin che già sto mettendo in pista l’intervista a Sennett. E poi ci sono i libri su cui sto lavorando, e sì, cari @amici e amici, vicini e lontani, ci saranno sorprese nei prossimi mesi, che dico, settimane, e poi c’è c’è la Fondazione, e poi l’università, e poi la serendipity, e poi la ricerca sul fare artigiano e poi quella su Sud e classi dirigenti.
Voi dite che è troppo? Io dico che la mia vita è stata più o meno sempre questa, che non conosco un altro “mio” modo di essere. Mi sono sempre detto “non ce la faccio”. Mi sono sempre risposto “in qualche modo farò”. E così è stato.
Adesso è diverso. Perché adesso lo so che ce la faccio, nel senso che l’ho imparato. E’ che non ho voglia di farcela. Non mi dice niente. Mah, prima o poi passa. Magari sono i 55 anni che compio sabato, ogni tanto me lo fa. Quando ho compiuto 30 anni è stata una tragedia, poi tutto tranquillo, a 40 come a 50 anni. Sono trascorsi 25 anni, saranno le nozze d’argento d’ “appocundria”. Mah, speriamo. Comunque se è qualcosa vi tengo aggiornati.

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