Anna e Giancarlo

Non dite che non avete visto neanche una volta nella vostra vita Blade Runner altrimenti mi arrabbio. Comunque se non lo avete fatto qui trovate il pezzetto più commovente del film. Sì, proprio quello che ho voglia di ricordare per raccontarvi di una giornata, quella di ieri, che ogni tanto anche noi umani abbiamo la fortuna di vivere.
La giornata prevedeva il viaggio a Caserta, che oramai con questa storia dell’alta velocità e tutto il resto è degrado è quasi peggio che andare a Roma, dove nel primo pomeriggio sono stato impegnato in una iniziativa su Statuto dei Lavoratori e sua attualità a 40 anni dall’Autunno caldo.
Nei giorni precedenti avevo chiamato Sondra, la mia amica del cuore, che riesco a vederla sempre meno di quello che vorrei, per dirle che se era libera sarei potuto arrivare da lei in mattinata e avrei potuto mangiare da lei, e mi ero scritto con Anna, per dirle che finito il dibattito mi avrebbe fatto piacere incontrare da qualche parte lei e Giancarlo per bere un caffé e donarle una copia di Bella Napoli.
Prima che me lo diciate voi me lo dico io “che vita è una vita in cui per incontrare i tuoi amici li devi ‘incastrare’ tra una discussione e l’altra”. Prima che me lo chiediate voi ve lo dico io che è una vita che ha un sacco di controindicazioni ma è la vita che mi sono scelto, quella che mi piace. E poi come vi ho detto tante volte io sono nato con la camicia, sono molto fortunato, cosicché non solo Sondra era libera ma Anna e Giancarlo mi hanno invitato a cena e mi hanno anche detto che i libri degli amici si comprano, che loro l’avevano già fatto, e che ci volevano pure la dedica.
Ve l’ho detto che in realtà la giornata non è che non era cominciata bene ma anzi era cominciata da schifo? No, e allora ve lo dico adesso. È la storia delle controindicazioni. Diciamo che il mio corpo cerca di avvertirmi in molti modi che non riesce più a stare indietro alla mia testa, che il tempo passa anche per me, che dovrei fare una vita più quieta e regolata e aggiungiamo anche che sarei stupido a non ammettere che ha ragione lui. Quello che lui però non vuole capire è che per fare una vita più quieta e regolata io, non potendo permettermi di tagliare alla voce “lavoro lavoro”, dovrei tagliare alla voce “lavoro piacere” e allora che vita sarebbe la mia?. Su aiutatemi, quando lo incontrate diteglielo anche voi che un po’ di ragione ce l’ha anche la mia testa.
Comunque per tornare al punto ieri prima di uscire di casa me la sono vista brutta, ma brutta brutta brutta. Il risultato? Sono arrivato tardi a Caserta, volevo fare una passeggiata con Sondra e non ho potuto farlo, mi è venuta a prendere in auto e ce ne siamo andati a casa.
Da qui la giornata ha preso un’altra piega. Agitato ho continuato ad essere agitato, però abbiamo chiacchierato e riso e chiacchierato e poi lei si è arrabbiata tanto, per fortuna non con me, e poi abbiamo mangiato una meravigliosa pasta e zucca e poi mi ha accompagnato alla Feltrinelli e poi alla Camera di Commercio, sede dell’iniziativa.
Anche la discussione è stata bella e partecipata, non sempre accade, sarà stato il tema, molto attuale, ma di questo vi racconterò un’altra volta da un’altra parte. Poi mi è venuta a prendere Anna e abbiamo raggiunto Giancarlo, ai fornelli, a casa.
Ora io potrei cominciare dalla casa, bellissima, ma non perché ci stanno mobili di famiglia bellissimi, che quelli per esserci ci sono, ma perché è una casa piena piena di senso, di significato, di amore, tra queste due persone straordinarie che stanno assieme da 43 anni.
Oppure potrei cominciare dal menù, sì, perché mi hanno fatto trovare anche un menù, Menù Bella Napoli, così composto:
10 marzo 2011 Spagettata con Vincenzo, Menù: Alici ammollicate; Gamberi e zucchine, Crudo di Pezzogna alla vinaigrette; Linguina di Gragnano a vongola sottile; Mezzi paccheri alla pescatrice; Filetto di orata all’acqua pazza; Treccia di bufala, Frutta barchetta; Profiteroles Chirico; Vini campani. Detto che letto così di seguito è una cosa e visto stampato sul menù, tutto in fila, in corsivo, al centro, è un’altra, aggiungo anche che l’unica cosa che era buona ma non eccezionale era la treccia di bufala, perché vi assicuro che tutto quello che hanno preparato Giancarlo e Anna era allo stesso livello della cena che Akira Tonomura, lo scienziato che ha inventato il microscopio più potente del mondo, ha offerto a Tokyo a Luca, a Franco Nori e a me (per saperne di più leggete Enakapata, il libro e il blog).
E invece comincio, e finisco, da Anna e Giancarlo. Era la seconda volta che ci vedevamo, siamo stati qualche ora assieme eppure mentre in treno me ne tornavo a casa ho rimpianto di non essere rimasto a chiacchierare fino a notte fonda, di non essere restato a casa loro a dormire.
I miei amici di più lunga data se ne meraviglieranno, con il tempo tra le controindicazioni sto sviluppando anche la sindrome di Proust, nel senso che ho bisogno di tornare tra le mura amiche, di ritrovare stanze e mobili disposti “come sai tu”, mi rifiuto di svegliarmi la mattina e di non sapere da che parte scendere per andare in bagno, che insomma anche se continuo a dormire spesso fuori, con la vita che faccio non sarebbe possibile altrimenti, lo faccio sempre più raramente con piacere.
E invece ieri sera l’ho pensato. E ho sorriso. E sono stato felice di pensarlo. Sì, da Anna e Giancarlo mi sono sentito come a casa.
Dite che è perché a un certo punto io e Anna abbiamo scoperto che il suo e il mio papà hanno lavorato tutti e due nella Società Meridionale Elettrica? Che sono stati tutte e due a Cotronei, sulla Sila, il posto dove sono nato? Che hanno conosciuto tutti e due l’ingegnere Massaioli che a voi non dice niente e a noi tante cose? Che forse si sono anche conosciuti? Che è stato molto tenero scoprire negli occhi dell’altra/o quanto avremmo voluto poterglielo domandare?
Io dico che tutto questo e tanto altro è stato bello, di più, straordinario. Ma penso che non c’entra. Come non c’entra il menù e non c’entra la casa. C’entrano Anna e Giancarlo. Sono proprio loro, è il loro modo di esserti amico quello che mi ha fatto sentire a casa mia.
Dite che Anna e Giancarlo sono proprio loro anche nei ricordi, nella casa, nel menù? Ecco, così si, così penso che avete ragione voi, così sono d’accordo. È troppo bello avere amici così. Grazie di cuore.

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